SENTENZA SUL CASO DI LUGO DI ROMAGNA: NO AL BINOMIO “INFERMIERA-ASSASSINA”
Il collegio IPASVI di Ravenna si è visto riconoscere, nel processo a Daniela Poggiali, soprannominata “infermiera assassina”, la subita lesione alla propria immagine. La donna è stata condannata all’ergastolo per l’omicidio di Rosa Calderoni, l’anziana paziente che la mattina dell’otto aprile del 2014 è morta all’ospedale di Lugo, dov’era ricoverata, a causa di un’iniezione letale di potassio. Dopo otto ore di camera di consiglio, i giudici hanno ritenuto colpevole la Poggiali. “La condanna – ha commentato Milena Spadola, presidente del Collegio Ipasvi di Ravenna, parlando a nome di tutto il Consiglio direttivo – chiude un doloroso capitolo, almeno per ora, con un atto di giustizia. Un atto di giustizia nei confronti dei parenti della vittima ed anche nei confronti degli infermieri, la cui immagine è stata infangata da questa vicenda; infermieri che svolgono la loro professione con dedizione e serietà, che in alcuni casi mettono addirittura a rischio la propria vita per aiutare i pazienti che ne hanno bisogno, e non compiono di certo atti che portano volontariamente alla soppressione della vita umana. Chi svolge la nostra professione lo fa perché crede nella tutela della salute e della vita di chi soffre, e sente come sua prima responsabilità l’osservazione dei principi che il nostro Codice Deontologico dispone e in cui crediamo intimamente: assistere, curare e prendersi cura della persona in tutta la sua globalità e nel rispetto della vita, della salute, della libertà e dei diritti fondamentali dell’uomo e della sua dignità. Tutto ciò si contrappone, con fermezza, a chi manifesta tutta la sua inaccettabile violenza nei confronti di chi è più fragile e vulnerabile, e che soprattutto non si può difendere. Siamo intristiti sentendo il binomio infermiera-assassina! Siamo vicini ai parenti della vittima, ai quali va tutta la nostra solidarietà, di persone e di infermieri. E vorremmo che chiunque abbia seguito questi orribili fatti, non associasse al nome della condannata la nostra professione, ma potesse averne un’immagine, com’è nella realtà di tutti i giorni, sia in ospedale che nel territorio, di una professione d’aiuto che garantisce la miglior assistenza possibile al cittadino”. Il Collegio IPASVI di Ravenna con la sentenza ha ottenuto la condanna dell’iscritta al risarcimento del conseguente danno subito ed ha deciso, una volta ottenuto il risarcimento, che lo devolverà ai tre centri antiviolenza della provincia: Associazione Linea Rosa (Ravenna) – Associazione Demetra donne in aiuto (Lugo) – SOS Donna (Faenza). “Un piccolo contributo sicuramente, ma utile per qualcosa che è vicino a noi, ai nostri valori e alla nostra coscienza professionale, che si concretizza nell’assistenza quotidiana alla persona, tra gratificazioni e sacrifici, ovvero la totale antitesi di ciò che purtroppo è accaduto”, ha concluso la Presidente del collegio Milena Spadola.