GLI INFERMIERI ARETINI CHIEDONO RISPOSTE
Il collegio IPASVI di Arezzo, assieme a quelli di Livorno e Lucca, attende risposte dalla Regione Toscana in merito all’accordo sulla sanità d’iniziativa che, a nostro avviso, rappresenta un passo indietro di vent’anni per la professione infermieristica, disconoscendone il ruolo nella sua parte clinica, operativa e dirigenziale. Questo atteggiamento è particolarmente grave, visto che la nostra presa di posizione non era certo una difesa, pur importante, della nostra professione ma era ispirata al bisogno di salute dei cittadini toscani dei quali gli oltre 30.000 infermieri si prendono cura quotidianamente. La nostra professione oggi si svolge in condizioni spesso precarie, con turni massacranti e in organizzazioni soggette a continui cambiamenti dei quali spesso, come nel caso citato dell’accordo sulla sanità d’iniziativa, si faticano a comprendere il significato e la coerenza. Il collegio IPASVI di Arezzo, come organo di rappresentanza professionale degli infermieri, ritiene quindi necessario sottolineare alcuni punti fermi e presentare precise richieste quali: Un reale coinvolgimento da parte della regione Toscana nelle scelte di politica sanitaria e di sviluppo della professione infermieristica. Questo coinvolgimento non deve essere solo di facciata, ma deve privilegiare i canali istituzionali e valorizzare la rappresentanza professionale; La definizione di standard minimi obbligatori sia professionali che organizzativi nelle strutture pubbliche e private, secondo le direttive più accreditate; La revisione dei requisiti quantitativi e qualitativi dell’infermieristica nelle RSA e nel territorio; La messa a punto della riorganizzazione sanitaria della Regione Toscana, in particolare in ambito territoriale, anche attraverso l’ascolto ed il confronto con la rappresentanza politica professionale. Riteniamo inoltre necessaria un’attenzione particolare alla professione infermieristica e alla sua valorizzazione nei diversi ambiti, che vogliamo sia sempre esercitata in sicurezza e nel rispetto delle normative. Non possiamo e non vogliamo più assistere allo sfruttamento dei professionisti laureati, spesso costretti a ricorrere a contratti con le agenzie interinali, e meno che mai alla loro emigrazione forzata per sfuggire alla precarietà. Chiediamo infine di far crescere le competenze specialistiche per le professioni sanitarie, in particolare nel settore dell’emergenza/urgenza e nei servizi territoriali domiciliari, con l’infermiere di famiglia e di comunità che possa operare in un modello di sanità di iniziativa funzionale per il cittadino che ribadiamo essere la nostra priorità. Siamo stanchi, come professionisti, di non avere dagli interlocutori politici le risposte che attendiamo, e diremmo anche l’attenzione che meritiamo. Riteniamo comunque importante il fatto che in questi giorni abbia luogo un incontro con L’Assessore regionale Stefania Saccardi, sui cui contenuti informeremo tempestivamente i nostri iscritti.