EDITORIALE PRESIDENTE IPASVI AREZZO

Il riordino del SSR in toscana ……pensieri in libera uscita!

 

Il processo di unificazione delle Aziende Sanitarie che si sta attuando nel territorio regionale toscano ha richiesto, nel corso dell’ultimo anno, il prezioso contributo di tutte le componenti sociali, territoriali e dei professionisti sanitari.

Con la riforma sanitaria siamo stati chiamati tutti quanti a riorganizzare l’offerta sanitaria sulla base dei reali bisogni dei cittadini con una migliore coerenza organizzativa.

In questa direzione si è sviluppata la condivisione del dipartimento delle professioni che, come detto forte e chiaro dall’Assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi, è finalizzato ad avere responsabilità nel migliorare la salute dei cittadini convinti che il nostro contributo sia determinante.

In termini generali un Dipartimento delle  professioni è:

“L’insieme del personale, delle funzioni e prestazioni effettuate dal personale medesimo ai vari livelli di responsabilità e nei diversi ambiti aziendali”: esso garantisce l’erogazione dell’assistenza  attraverso la gestione delle risorse umane e materiali in tutti i setting nei quali si svolge.

La finalità  è quella di garantire la risposta ai bisogni di assistenza sanitaria e la relativa presa in carico del cittadino, nei diversi contesti in cui esso si trova, in relazione al suo stato di salute.

Una siffatta organizzazione dipartimentale consente di raggiungere, in particolare: il miglioramento dell’efficacia, dell’efficienza e dell’economicità dei percorsi assistenziali; il dialogo continuo tra le funzioni
direttive e quelle della produzione dell’assistenza; l’integrazione  tra  le varie funzioni grazie alle strutture
operative trasversali.

Nella legge approvata in Consiglio Regionale Sanitario Toscano i Dipartimenti delle professioni sono ad indirizzo gestionale, organizzativo ed operativo, di tipo allocativo nel rispetto delle linee guida generali e della programmazione della Direzione Aziendale. ( allocativo ) …..  un neologismo che richiama interventi vincolati e vincolabili tutto meno che fondati su un’indipendenza di tipo programmatoria ed analitica sui percorsi assistenziali che siamo tenuti a mettere in atto a partire dalle linee guida generali di indirizzo.

Siamo tutti consapevoli  che, ad oggi, le professioni sanitarie sono pronte ad assumersi responsabilità ed a risponderne in termini di esito negli outcome in uscita e predefiniti.

Investire sugli infermieri e le altre professioni, dando loro la possibilità di governare e programmare l’assistenza attraverso la propria dirigenza con modalità intellettualmente e scientificamente libere di poter impattare, è un enorme opportunità in termini di vantaggi,  non certo per la  professione ma per i  cittadini che assistiamo tutti i giorni in ogni contesto organizzativo.

Ipotizzare che la dirigenza sarà anche di natura  allocativa (seppure in base a linee guida dettate dalla Direzione Aziendale) auspichiamo che non costituisca un ostacolo allo sviluppo dell’autonomia professionale e per questo siamo pronti a confrontarci su base propositiva con la Direzione della nuova Azienda (Azienda USL Area Vasta Sud-est)  cercando di contribuire fattivamente allo sviluppo del modello organizzativo che verrà.

Le indicazioni e gli obiettivi contenuti nel vigente Patto per la Salute prendono atto del contesto demografico ed epidemiologico attuale ponendo specifica attenzione all’efficacia, all’appropriatezza, alla sostenibilità del sistema e alla necessità di valorizzare, rafforzandolo, il patrimonio professionale operante all’interno del sistema stesso.

Ben venga lo sviluppo organizzativo matriciale con un’asse della clinica che rappresenta la linea della produzione dei servizi e del governo dei processi assistenziali ed un’asse gestionale che rappresenta la linea del governo dei processi organizzativi e delle risorse; tuttavia, su entrambi gli assi, le competenze delle professioni tutte sono in grado di assumere livelli di responsabilità anche complessa ed elevata per favorire la presa in carico del cliente/utente.

In conclusione,  ci auguriamo che le istanze professionali, sia di tipo clinico che di tipo organizzativo, di tutte le professioni siano ascoltate e recepite per favorire quel processo di crescita e di valorizzazione che anche il recente Piano Socio Sanitario regione Toscana in più articoli richiama.

Staremo attenti all’evoluzione che verrà e cercheremo con mezzi propositivi di favorire, attraverso contributi operativi , lo sviluppo della professione nei nuovi contesti organizzativi che a breve nasceranno.

Vi terremo informati!!!

                                                                                                       Il Presidente

                                                                                              Cosimo Molinaro