L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELL’ORDINE AGLI STATI GENERALI DELLA SANITA’
Il Presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche Giovanni Grasso è intervenuto questo pomeriggio agli Stati Generali della Sanità, che si sono svolti al Teatro Petrarca di Arezzo e che hanno visto riuniti tutti i soggetti interessati ad un confronto sul momento attuale e sulle prospettive future della sanità aretina. Questo il testo dell’intervento: “Permettetemi di fare un ringraziamento per questa opportunità ai cittadini, al Signor Sindaco, al Direttore Generale della Asl, all’Assessore Lucia Tanti e a tutti i soggetti coinvolti. Io sono il Presidente del nuovo Ordine delle Professioni Infermieristiche della provincia di Arezzo. Gli stati generali furono convocati l’8 agosto 1788 da Luigi XVI allo scopo di raggiungere un accordo tra le classi sociali, con questi Stati Generali si vuole arrivare ad un accordo/patto tra i soggetti interessati per la salute dei nostri concittadini, in questa ottica esclamo con sicurezza NOI INFERMIERI CI SIAMO. Alla fine del mio breve discorso darò una proposta concreta. Ribadisco solamente ciò che è stato reso noto nella discussione avvenuta, cioè siamo di fronte ad un quadro del tutto nuovo rispetto alla tipologia dell’assistenza e dei bisogni dei pazienti del passato. Solo pochi anni fa quasi tutto si concentrava sull’acuzie e sul bisogno di far fronte a episodi che il più delle volte si concludevano con un’assistenza ospedaliera degna di questo nome e all’altezza di servizi e qualità che tutto il mondo ci ha a lungo invidiato. Oggi, tutto questo non è più come prima e comunque è limitato a ciò che davvero è acuzie: l’età che avanza è sotto gli occhi di tutti, il nostro paese è uno tra i più longevi e soprattutto, uno di quelli considerati più in “buona salute”. Ma cosa c’è dietro questa “buona salute”? La presa in carico del paziente, la gestione dei conflitti interdisciplinari,l’interesse a dare un servizio sempre eccellente. Voglio spezzare una lancia a favore del Direttore Generale Desideri che insieme a tutti gli operatori coinvolti riesce a dare delle risposte precise e costanti. Le patologie croniche sono in aumento così come lo è la non autosufficienza. I bisogni di questo tipo avrebbero necessità di un modello nuovo di assistenza. Spero si riesca a mettere le basi per poter iniziare a creare un modello di assistenza sul territorio in grado di soddisfare i bisogni dei pazienti a lunga scadenza, se non addirittura – come spesso accade – anche per tutta la vita delle persone. Secondo l’Oms l’82-85% dei costi in sanità è assorbito dalla cronicità che rappresenta il vero grande problema che tutti i Paesi industrializzati debbono affrontare, assieme alla crescita esponenziale della spesa sociale, legata, oltre che all’invecchiamento della popolazione, anche all’andamento del mercato del lavoro e ai provvedimenti sui sistemi pensionistici. L’Istat (dati pubblicati nel 2017) disegna un quadro dell’Italia che presenta alcune criticità: ▪ la quota di individui di 65 anni e oltre ha raggiunto il 22%. ▪ gli anni di vita guadagnati sono scesi di 4,5 anni negli ultimi 10 anni (contro un aumento di 10 anni della Svezia), nonostante gli sforzi del Ssn. La comprensione del mutamento del quadro clinico-epidemiologico c’è: non per nulla, ad esempio, è stato messo a punto e approvato per la prima volta il Piano nazionale cronicità. Veniamo al dunque, cosa offrono gli infermieri ? Per sottolineare l’importanza della presenza infermieristica secondo un recente studio pubblicato sul British Medical Journal il tasso di mortalità in ospedale risulta del 20% inferiore quando ogni infermiere ha in carico un numero di pazienti pari a 6 o meno, rispetto a quei contesti dove ogni singolo infermiere ha in carico 10 o più pazienti. Nel nostro Paese ogni infermiere ha in carico in ospedale in media 12 pazienti. Quella dell’infermiere è tra le professioni sanitarie più vicine ai cittadini e nel processo di offerta e di garanzia di salute la professione infermieristica ha un importante ruolo non solo in ospedale, ma anche in strutture pubbliche o private, sul territorio presso strutture residenziali e diurne, a domicilio, nei luoghi di lavoro e di vacanza, sia come dipendente che come liberi professionisti. Due elementi sono chiari: 1) La cronicità e la demografia aumentano i bisogni di assistenza 2) La crescita professionale infermieristica che amplia i propri confini di azione Entrambi questi elementi ci portano a concludere che l’Infermiere è una risorsa preziosa per il cittadino bisognoso di cure e per la famiglia come educatore sia per la parte assistenziale che per la promozione e prevenzione della salute. Devo dire che la Direzione della Asl Sudest ne è consapevole e come tale sta trovando delle soluzioni per ampliare la presenza degli infermieri. Ad esempio l’impegno di garantire la presenza in servizio di 12 infermieri nelle ore diurne al pronto soccorso, in modo che due di loro possano gestire il Triage; istituzione della figura dell’infermiere Bed Management. L’infermiere è una professione con numerosi ambiti di attività, dalla prevenzione, cura e riabilitazione ma anche di educazione alla salute, alla formazione, organizzazione ma anche di ricerca scientifica, ambito ancora poco esplorato ma il cui investimento per il futuro deve essere implementato. Io come Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche mi impegno a dare una concreta collaborazione per migliorare la salute di questo territorio. Con il Comune di Arezzo potremmo pensare a progetti di informazione e prevenzione nella scuole di competenza, organizzati e pianificati con la presenza di infermieri, Con il Direttore Desideri dare forza all’introduzione dell’infermiere di famiglia per rispondere all’attuale politica della medicina proattiva che deve andare a sostituire quella dell’attesa, per coprire un territorio così vasto come il nostro. Per l’ambito ospedaliero prevedere Unità di degenza infermieristica come già presenti in altre realtà (Perugia, Rimini, ecc) Con i Cittadini l’impegno è quello di essere un punto di riferimento dell’assistenza in tutte le condizioni anche di emergenza. Infatti a breve sarà nostro obiettivo istituire ad Arezzo un Nucleo CIVES provinciale un’associazione di volontario di protezione civile che viene attivata in caso di necessità estrema, quali ad esempio le calamità. La salute è il primo diritto, ma anche il primo dovere della vita”, ha concluso il Presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche Giovanni Grasso.