AL CONGRESSO NAZIONALE FNOPI PRESENTATO IL LAVORO DI UN’INFERMIERA ARETINA
L’importante lavoro di un’infermiera aretina è stato presentato sotto forma di poster al primo congresso nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche a Roma. L’autrice è Chiara Moretti e lo studio, dal titolo “Il ruolo dell’infermiere nel percorso sanitario degli immigrati: dallo sbarco al centro di accoglienza, nasce in ambito universitario, trattandosi del lavoro di tesi con il quale Chiara si è laureata nell’Aprile del 2017 all’Universita’ di Firenze.
“Lo studio germoglia innanzitutto in seguito alla convinzione personale per cui l’ infermiere debba essere il professionista della salute attivo e partecipe del proprio tempo – spiega Chiara Moretti -, e in questo senso ho deciso di affrontare la relazione infermiere-flussi migratori. Nella relazione infermiere -immigrato, ho optato per indagare tutte le fasi del rapporto sanitario del migrante e del nostro ruolo al suo interno. Il lavoro si apre con una panoramica storico-legislativa relativa al fenomeno immigrazione in Italia dal 1970 ad oggi e si sofferma sulla strutturazione del sistema accoglienza in Italia e sui numeri degli sbarchi avvenuti fino al dicembre 2016. Si prosegue poi con un’altra panoramica, a mio avviso necessaria quando si parla di stranieri, sull’assistenza infermieristica transculturale e, in particolare, sul nursing transculturale di Madeleine Leininger, teorica assunta a modello concettuale e operativo dal mio lavoro. Queste premesse, quella storico-legislativa e quella relativa al nursing transculturale, hanno cosi’ contestualizzato e rafforzato il fulcro dello studio: il ruolo dell’infermiere nel viaggio sanitario del migrante in Italia: un ruolo marginale nella fase di sbarco e assente o, comunque, incompleto nei centri di accoglienza. Di fronte a questa carenza lo studio afferma la necessita’ di una presenza infermieristica maggiore e costante nel percorso del migrante, soprattutto nel centro di accoglienza. Il mio studio ha trovato poi attuazione nel mio lavoro di infermiera all’interno di centri di prima e seconda accoglienza. E’ qui che ho creato e messo in atto un modello ripetibile di presa in carico che parte da un accertamento basato sul “modello raccolta sanitaria” da me creato. E’ un modello che concentra quesiti da porre al migrante preso in carico che spaziano dall’aspetto più funzionale (evacuazione, nutrizione, ecc) a quello più culturale. La “mia” presa in carico dell’utente straniero comprende anche inoltre un progetto di educazione sanitaria rivolto ai migranti, grazie al quale gli utenti possono acquisire conoscenze e competenze su comportamenti quotidiani utili a mantenere e/o rafforzare la propria salute e a tutelare quella degli altri. Il tutto in un’ottica di riappropriazione-mantenimento della propria autonomia e apertura verso l’essere umano in quanto tale come peraltro ci richiede il nostro codice deontologico”, conclude Chiara Moretti.